Il museo in pillole

Diario di Bordo

Sulla pagina Facebook del Sistema Museale di Ateneo stiamo pubblicando il nostro Diaro di bordo, con piccoli contributi quotidiani su tutti i musei.


Contributi

Le collezioni malformative

Le collezioni di patologie malformative, in particolare cardio-vascolari e renali, contano un cospicuo numero di reperti e sono anche ben rappresentate altre patologie quali quelle cerebrali, quelle dell’apparato gastroenterico e del sistema linfatico. Si tratta di organi patologici conservati in alcool, prelevati nel corso di autopsie effettuate prevalentemente negli anni ’60 del secolo scorso.

Nella foto: campione con ipertrofia ventricolare a sinistra causata da insufficienza aortica.

 

 

Gli effetti di una grave scoliosi nel passato

Nel nostro museo è conservata una colonna vertebrale di maschio adulto affetto da una grave forma di scoliosi, che ha determinato la deformazione dei corpi vertebrali e lo schiacciamento di alcune coste.
Il reperto è stato rinvenuto a Pisa e risale all’epoca Moderna.

 

 

 

 

 

Mummia sudamericana

La mummia di origine sudamericana (l’esatta provenienza è ignota), fu portata in Italia probabilmente da qualche esploratore ottocentesco.

Si tratta di una donna di età adulta che è stata inumata come usava in quelle cultura all’interno di un cesto (non pervenuto) in posizione rannicchiata.
La datazione al radiocarbonio rivela che è risalente al XV-inizi XVI secolo mentre gli esami radiologici e istologici effettuati su piccoli campioni hanno evidenziato che fosse affetta da polmonite.

 

 

Una ferita mortale

Nel museo è conservato un cranio di maschio adulto di epoca Rinascimentale, rinvenuto a Torino, con diverse ferite intenzionali che hanno coinvolto il tavolato cranico. Nella foto si osservano una piccola lesione quadrangolare in corrispondenza della sutura temporale prodotta probabilmente da una freccia e una ferita ovoidale più ampia in corrispondenza del parietale destro prodotta da un’arma con lama come una spada che ha prodotto la rimozione di una porzione di cranio; l’individuo è morto a seguito di queste ferite, che non mostrano alcun segno di riparazione ossea.

 

 

 

Dentro l’encefalo

Questo reperto, appartenente alla collezione di anatomia patologica, illustra un encefalo sezionato, permettendo la visione interna di questo organo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Idrocefalia in epoca Granducale

Il reperto appartenente ad una delle collezioni più antiche del Museo, quella teratologica umana, risalente all’epoca granducale. Si tratta di un reperto secco che mostra un caso di grave idrocefalia: una patologia congenita che causa l’accumulo di liquor all’interno della scatola cranica causandone una abnorme espansione. Nella clinica attuale questa patologia viene risolta attraverso la chirurgia.